Plusvalenze immobiliari: lo studio del Notariato con approfondimenti su fondo patrimoniale, usufrutto, uso e abitazione, diretto dominio e superficie
Il Consiglio nazionale del Notariato ha pubblicato uno studio sulle novità in materia di plusvalenze immobiliari. Il lavoro tratta specifiche tematiche in materia di fondo patrimoniale, usufrutto, uso e abitazione, diretto dominio e superficie.
Lo studio 32/2017 si prefigge di raggruppare in un unico documento le diverse novità in materia di plusvalenze immobiliari con lo scopo di offrirne uno strumento orientativo e di unitaria consultazione. Nello specifico verranno trattate specifiche tematiche in materia di fondo patrimoniale, usufrutto, uso e abitazione, diretto dominio e superficie. L’occasione consentirà di approfondire il tema della alienazione dei terreni in zona F e dei terreni di natura agricola nonché della costituzione/cessione del diritto di superficie. Il lavoro si conclude con le novità in materia di rideterminazione del costo fiscale dei terreni e dei rapporti tra corrispettivo e valore di mercato.
Lo studio 32/2017 si prefigge di raggruppare in un unico documento le diverse novità in materia di plusvalenze immobiliari con lo scopo di offrirne uno strumento orientativo e di unitaria consultazione. Nello specifico verranno trattate specifiche tematiche in materia di fondo patrimoniale, usufrutto, uso e abitazione, diretto dominio e superficie. L’occasione consentirà di approfondire il tema della alienazione dei terreni in zona F e dei terreni di natura agricola nonché della costituzione/cessione del diritto di superficie. Il lavoro si conclude con le novità in materia di rideterminazione del costo fiscale dei terreni e dei rapporti tra corrispettivo e valore di mercato.
Nuovo Codice degli Appalti pubblici: obbligatorio il green public procurement
Con l’entrata in vigore, nel maggio 2017, del Nuovo Codice degli Appalti Pubblici (Decreto Legislativo 56/2017), il Green Public Procurement (i cosiddetti “acquisti verdi”) è diventato obbligatorio. Questo significa che le Pubbliche Amministrazioni saranno obbligate ad adottare i “Criteri ambientali minimi (Cam)” approvati dal Ministero dell’Ambiente, che fissa gli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni e servizi, gli impatti ambientali e i volumi di spesa sui quali definire tali criteri.
I Cam forniscono, quindi, le “considerazioni ambientali” propriamente dette, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara: oggetto dell’appalto, specifiche tecniche, caratteristiche tecniche collegate alle modalità di aggiudicazione in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di esecuzione dell’appalto.
Una piccola rivoluzione che vede l’Italia come il primo Paese in Europa a rendere obbligatorio per legge il Green Pubblic Procurement. Un percorso che parte da lontano, a livello europeo, già nel 2000, quando al Consiglio Europeo di Lisbona l’Unione ha fissato l’obiettivo di diventare “un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Un peso che si è sempre più rafforzato, fino ad arrivare alla proposta della Commissione sull’Economia circolare e alla revisione delle direttive sugli appalti pubblici.
Il Ministero dell’Ambiente ha già adottato i “Criteri ambientali minimi” per alcuni prodotti e servizi, quali gli arredi, i tessili, la ristorazione collettiva, i servizi e i prodotti di pulizia, la carta per fotocopie, i computer e le stampanti, l’illuminazione pubblica, il servizio dei rifiuti urbani, la costruzione e la manutenzione degli edifici, ecc. L’obbligatorietà, prevista dal Codice degli appalti pubblici, vincola le Amministrazioni Pubbliche a scegliere beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nel corso dell’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo e smaltimento) e integrando i criteri ambientali in tutte le fasi del processo d’acquisto.
I Cam forniscono, quindi, le “considerazioni ambientali” propriamente dette, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara: oggetto dell’appalto, specifiche tecniche, caratteristiche tecniche collegate alle modalità di aggiudicazione in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di esecuzione dell’appalto.
Una piccola rivoluzione che vede l’Italia come il primo Paese in Europa a rendere obbligatorio per legge il Green Pubblic Procurement. Un percorso che parte da lontano, a livello europeo, già nel 2000, quando al Consiglio Europeo di Lisbona l’Unione ha fissato l’obiettivo di diventare “un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Un peso che si è sempre più rafforzato, fino ad arrivare alla proposta della Commissione sull’Economia circolare e alla revisione delle direttive sugli appalti pubblici.
Il Ministero dell’Ambiente ha già adottato i “Criteri ambientali minimi” per alcuni prodotti e servizi, quali gli arredi, i tessili, la ristorazione collettiva, i servizi e i prodotti di pulizia, la carta per fotocopie, i computer e le stampanti, l’illuminazione pubblica, il servizio dei rifiuti urbani, la costruzione e la manutenzione degli edifici, ecc. L’obbligatorietà, prevista dal Codice degli appalti pubblici, vincola le Amministrazioni Pubbliche a scegliere beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nel corso dell’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo e smaltimento) e integrando i criteri ambientali in tutte le fasi del processo d’acquisto.
Il comodato d’uso va registrato? Approfondimento
Secondo il legislatore il comodato è quel contratto con cui una parte (cosiddetto comodante) consegna all’altra (cosiddetto comodatario) una cosa mobile o immobile, affinché quest’ultimo se ne serva per un periodo o un uso determinato, assumendo l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta alla scadenza del termine convenuto. Si tratta di un tipo di contratto molto diffuso sia in ambito privato (ad esempio per conferire un immobile o affidare un’autovettura ad un familiare), sia in ambito commerciale (ad esempio per macchinari e attrezzature) ed utilizzato sia da imprese che da liberi professionisti.
Va poi sottolineato come il comodato sia un contratto che per sua natura è gratuito. Il codice civile ne definisce le caratteristiche fondamentali senza però prevedere obblighi di forma (in sostanza, da un punto di vista strettamente codicistico è parimenti valido un contratto di comodato d’uso stipulato per iscritto come uno stipulato verbalmente). Tuttavia è preferibile, soprattutto qualora lo si utilizzi in ambito industriale o commerciale, redigerlo in forma scritta con una certa attenzione per evitare possibili contenziosi tra le parti.
Va poi sottolineato come il comodato sia un contratto che per sua natura è gratuito. Il codice civile ne definisce le caratteristiche fondamentali senza però prevedere obblighi di forma (in sostanza, da un punto di vista strettamente codicistico è parimenti valido un contratto di comodato d’uso stipulato per iscritto come uno stipulato verbalmente). Tuttavia è preferibile, soprattutto qualora lo si utilizzi in ambito industriale o commerciale, redigerlo in forma scritta con una certa attenzione per evitare possibili contenziosi tra le parti.